Le nostre api

Scopriamole insieme nel ciclo produttivo

Un ape su di un fiore, come ne vediamo tante, ma molto spesso la nostra conoscenza di questo meraviglioso insetto si ferma qui.
Seguiamo quindi quest’ape fino a casa per conoscerne la sua vita e scoprire i suoi segreti.
L’ape è un insetto sociale, e vive in una colonia chiamata alveare, l’apicoltore offre alle api, in cambio dei loro prodotti, una casa, l’arnia. L’ingresso di un’arnia, il predellino, come una pista di atterraggio accoglie le api di ritorno dal raccolto. Entriamo anche noi nell’alveare..La vita dell’alveare su svolge tutta sui favi. Essi sono costruiti interamente dalle api con una sostanza da loro secreta chiamata cera.

Costruzione di un favo.Il favo è formato da centinaia di cellette esagonali che servono per accogliere le uova e le larve, la covata, disposta nella parte centrale del favo, il miele ed il polline nelle zone superiori e laterali. E’ possibili anche individuare l’ape regina al centro del favo, andiamo ora a conoscere in dettaglio i componenti di questa grande famiglia.

L’ape regina

La regina è l’unica femmina fertile, si distingue dalle operaie per l’addome più lungo e voluminoso. Il suo compito è quello di deporre le uova. Può vivere fino a 4 o 5 anni. La regina controlla che la celletta sia pulita e adatta per ospitarvi un uovo. Ne controlla anche le dimensioni, infatti deporrà un uovo fecondato nelle celle di dimensioni normali e un uovo non fecondato nelle celle più grandi; il primo darà origine ad una femmina il secondo ad un maschio. Introducendo l’addome nella cella la regina vi depone un uovo. Nel pieno della buona stagione essa ne può deporre fino a duemila in un giorno. L’uovo si schiude dopo tre giorni e ne nasce una piccola larva.  La larva durante la sua crescita cambia cinque volte (muta) la cuticola esterna.
All’ottavo giorno dalla deposizione dell’uovo, la pupa è ormai matura, essa per tutto questo tempo ha trattenuto gli escrementi per non sporcare la sua celletta. Le cellette delle larve mature vengono ora sigillate con un tappo di cera detto opercolo.
Tra l’11° e il 12° giorno la pelle della larva si rompe scoprendo la pupa, all’interno di essa i tessuti della larva si trasformano in ape. Al 20° giorno l’operaia è ormai pronta e si libera dalla pelle pupale sfregandosi contro le pareti della cella.
Dopo 21 giorni dalla deposizione dell’uovo la giovane ape rompe con le mandibole l’opercolo

L’ape operaia

L’operaia si concede qualche tempo di riposo per lasciar asciugare i suoi tegumenti. L’operaia è una femmina sterile. Nell’arco della sua vita assumerà tutti i ruoli necessari al buon andamento della colonia.
Uno dei primi lavori che svolgono le giovani operaie è la pulizia delle cellette per accogliere la covata, il polline e il miele. Il secondo importante ruolo dell’ape operaia è la pulizia e nutrizione della regina: nel continuo contatto con le sue nutrici essa trasmette i suoi messaggi chimici in tutto l’alveare: feromoni.
Dal terzo al settimo giorno di vita l’operaia si dedica alla nutrizione delle larve. Nell’alveare ne possiamo contare qualche decina di migliaia. Il suo corpo è estremamente versatile infatti essa compie nell’arco della sua vita tutti i lavori necessari nell’alveare.
Vive circa 40 giorni d’estate, sopravvive all’inverno durante la brutta stagione. Le operaie ricevono il nettare dalle bottinatrici, lo trasformano in miele e lo immagazzinano nei favi; quando raggiunge la giusta maturazione sigillano le cellette: ape magazziniere. L’interno dell’arnia viene tenuto pulito dalle api spazzine che provvedono a trasportare al di fuori le scorie.
Intorno al 16 giorno di vita le operaie di dedicano alla costruzione dei favi. La cera viene secreta dalle ghiandole ceripare poste sotto l’addome. Le operaie formano con i loro corpi una specie di impalcatura che servirà da guida per la costruzione del nuovo favo api architetto. Nelle giornate calde le operaie creano, con il battito delle loro ali, un flusso d’aria fresca proveniente dall’esterno per regolare la temperatura interna dell’alveare: api ventilatrici. Ventilando sopra i favi, le operaie favoriscono la maturazione del miele permettendo l’evaporazione dell’umidità in eccesso.
Intorno al 18°, 20° giiorno di vita l’operaia iniza ad esplorare i dintorni dell’alveare. Sul predellino la guardiana controlla che nessun intruso entri nell’alveare. Essa è disposta a sacrificare la propria vita per il bene della colonia: ape guardiana. A volte, nei periodi di scarso raccolto, anche le api di un’altra colonia possono diventare nemiche, esse sono dette saccheggiatrici.
L’operaia svolgerà dal 20° giorno circa sino al termine della sua breve vita, il compito più bello e più duro: la bottinatrice. E’ questa l’ape che ha il compito di raccogliere all’esterno il necessario per la vita dell’alveare: acqua, nettare, polline e propoli. La bottinatrice raccoglie l’acqua su di un abbeveratoio costruito dall’apicoltore. Il nettare viene “succhiato” con la ligula dal calice dei fiori per essere immagazzinato nella “sacca melaria” e trasportato all’alveare. Il polline viene raccolto dall’ape sugli stami, la parte maschile dei fiori, utilizzando le mandibole per poi venir impacchettato e trasportato sulle setole delle zampe posteriori dette “cestelle”. Le bottinatrici raccolgono sulle foglie delle piante, le secrezioni zuccherine prodotte da alcune specie di insetti. Si tratta della melata. La bottinatrice rientra all’alveare con il suo prezioso carico. La bottinatrice cede il nettare all’ape magazziniera per essere subito pronta per un nuovo viaggio: la profallassi. Per comunicare alle compagne la direzione e la distanza della fonte di nettare la bottinatrice utilizza una particolare danza.
Tra le api ed i fiori c’è un patto simbiotico: in cambio di nettare e polline le api favoriscono l’impollinazione incrociata delle piante. La bottinatrice conclude la sua vita sui fiori, migliaia di viaggi per donarci una goccia di miele.

Il fuco

Il fuco è il maschio e non possiede il pungiglione. Il suo compito è quello di fecondare la regina, vive all’incirca una stagione.